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Le voci di Marrakech di Elias Canetti

Le voci di Marrakech. Note di un viaggio (1968) è uno di quei libri che bisognerebbe leggere prima di partire, e poi rileggere quando si torna a casa. L’ha scritto Elias Canetti, nato a Rustschuk (in Bulgaria) nel 1905; premio Nobel alla letteratura nel 1981.

Elias Canetti, Le voci di Marrakech, Adelphi 2004

Le voci incomprensibili di Marrakech


I protagonisti non sono i monumenti o i luoghi della città, ma le persone che la popolano e le loro “voci incomprensibili”. Così reali e al tempo stesso così simboliche.

Gli asini e i cammelli “dall’aria dignitosa e apparentemente annoiata”; le grida dei ciechi; il marabutto che mastica le monete che gli vengono donate in elemosina; i venditori del suq, “uomini tranquilli” che discutono del prezzo come se si trattasse di un “enigma inafferrabile”; la famiglia Dahan; i cantastorie e gli scrivani; gli avventori nei locali.

Le voci della piazza di Jama el Fna a Marrakech © Sara Cappelletti

Ogni capitolo racconta una storia diversa, e ogni volta i protagonisti sono i gesti di ogni giorno: la vita che si svolge lentamente nel quartiere della Mellah e all’interno delle case; le donne che tastano il pane e lo lanciano in aria per capire se abbia o meno la consistenza giusta.

Lo sdegno rimane a casa: accettazione e compassione


Elias Canetti accompagna il lettore attraverso le vie di Marrakech, rivelandone le magie, la brutalità e le contraddizioni. Rinuncia a comprendere quella città e le “strane grida” che lo circondano:

Durante le settimane che ho trascorso in Marocco, non ho tentato di imparare né l’arabo né alcune delle lingue berbere. Non volevo perdere nulla della forza di quelle strane grida. Volevo essere colpito da quei suoni per ciò che essi erano.

Rinuncia perfino allo sdegno:

Quando si viaggia si prende tutto come viene, lo sdegno rimane a casa. Si osserva, si ascolta, ci si entusiasma per le cose pi atroci solo perché sono nuove. I buoni viaggiatori sono gente senza cuore.

Dalle parole di Canetti traspare una lucida accettazione del mondo che si trova di fronte. Tuttavia, questo non gli impedisce di guardare agli animali e agli uomini con compassione e senso di giustizia.

Quando incontra il padrone di un ristorante che racconta con soddisfazione del suo malvagio scherzo a una prostituta e parla con disprezzo dei bambini poveri attorno al suo locale, Canetti scrive:

Mi augurai con tutto il cuore che esistesse una qualche forma di castigo per il quale egli avesse bisogno della loro intercessione.

Tutte le voci di Marrakech

Le voci di Marrakech è un libro intenso. Un racconto che sembra mostrare tutto, senza cercare di nascondere nulla.

Adelphi ha pubblicato Le voci di Marrakech nella traduzione dal tedesco di Bruno Nacci (il titolo originale è Die Stimmen von Marrakesch. Aufzeichnungen nach einer Reise). Se preferite la versione audio, su Rai Play Radio trovate il libro di Canetti letto da Toni Servillo per Ad Alta Voce, la più grande biblioteca di audiolibri italiana.

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