Gli zellige sono quei complessi disegni geometrici, costruiti con tasselli di ceramica colorati e smaltati, che – a partire dal X secolo – si trovano un po’ ovunque nelle decorazioni dei monumenti e dei palazzi del Marocco e dell’Andalusia, dalle madrase di Fez, all’Alhambra di Granada.
La parola araba “zellige” (o zillij) significa “piccola pietra levigata”, a ricordare la superficie liscia e smaltata delle tessere che vanno a comporre questi disegni a mosaico.
Pattern e colori degli zellige
Le composizioni sono potenzialmente infinite. Si va dal disegno “a tela di ragno”, a quello che ricorda le foglie o i rami di un albero, alla figura che viene costruita attorno a una stella a punte. Gli stessi tasselli che compongono il mosaico possono essere quadrati, oppure triangolari, ottagonali; a stella, a croce, o a cabochon… Come ha scritto il giornalista e regista di documentari Louis Werner:
An encyclopedia could not contain the full array of complex, often individually varied patterns and the individually shaped, hand-cut tesserae, or furmah, found in zillij work.
Inizialmente, la palette di colori degli zellige prevedeva solamente il bianco e il marrone. Ma con la fioritura di quest’arte – tra il tredicesimo e il diciassettesimo secolo – sono stati introdotti anche il giallo, il verde, il blu, e infine il rosso, a richiamare le sfumature dell’acqua, della terra e dei giardini.
Come si crea uno zellige?
Gli artigiani che creano gli zellige si chiamano zlayji. Tutto ha inizio con l’argilla, che prima di tutto viene pressata in piccoli stampi di legno. Le piastrelle così ottenute vengono lasciate asciugare al sole e quindi cotte una prima volta, per poi essere colorate, smaltate, e cotte una seconda volta. A questo punto, le piastrelle sono pronte per essere tagliate in piccole tessere.
La fase finale della realizzazione di uno zellige tradizionale marocchino è forse la più straordinaria. Dopo il taglio – che richiede un’incredibile maestria – il disegno viene creato “al rovescio”: l’artista posa i pezzi sul pavimento, con la faccia colorata e smaltata rivolta verso il basso. Mentre gli artigiani sono al lavoro, non si possono scorgere né forme, né colori. Soltanto quando i tasselli vengono incollati tra loro a formare un unico pannello, e l’opera d’arte viene sollevata da terra e fissata alla superficie a cui è destinata, è possibile ammirare il disegno.
La Habibi Interiors ha realizzato un video che racconta le varie fasi di creazione di uno zellige: “From clay to mosaics”, dalla produzione delle piastrelle, al taglio (dal minuto 1:18), alla composizione del mosaico (dal minuto 3:56), al pannello che finalmente si mostra agli occhi dello spettatore (al minuto 5:12).
Da Fez a New York: gli artigiani della famiglia Naji
La città di Fez è stata uno dei primi centri di produzione degli zellige, grazie ai suoi depositi di argilla. Oggi è senza dubbio uno dei pochi luoghi in cui quest’arte sopravvive secondo la tradizione.
Nel 2011, il Metropolitan Museum of Art di New York ha aperto una nuova ala dedicata all’arte islamica. Un team di esperti ha dato vita alla Patti Cadby Birch Court: una corte in perfetto stile marocchino del quindicesimo secolo. Il progetto è stato affidato alla famiglia Naji, attiva a Fez da sette generazioni, che lavora ancora oggi con le tecniche e i materiali tradizionali.
Per l’occasione, è stato realizzato un breve e interessantissimo documentario che racconta i saperi artigianali marocchini, tra cui l’arte degli zellige.